My program for a better France

ok, I am an etranger, so no way I can run for the French Presidencial elections :-) Still, I think I lived long enough in this country to have my own opinion on what could be done to improve the welfare of its citizens, in a gagnè-gagnè way that increases efficiency and make everyone better off.

So, these are my points.. I'll be very quick - time is a scarce resource - but if I'll have more time I'll expand it:

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2017/01/13 09:33 · antonello · 1 Comment

Etica e gerarchia delle libertà

“La mia libertà finisce dove comincia la vostra.” (M.L. Kink).

Bella frase ma assolutamente inutile per gestire i conflitti, ovvero interessi multipli sulla medesima risorsa.

In tal caso il mio apprroccio etico è di definire una gerarchia delle libertà, ove la mia libertà di livello inferiore si arretra quando infrange la libertà superiore di un altro.

In ordine questi livelli sono:

Libertà dell'esistenza, libertà di pensiero, libertà di star bene, libertà di espressione, libertà di agire.

Come vedete non esiste per me una specifica libertà di religione, in quanto la considero nella libertà di pensiero.

(Si, questo articolo è da sviluppare..)

2016/08/19 10:14 · antonello · 0 Comments

Terrorismo: combatterne le idee e il terreno su cui esse prosperano

Vivendo in Francia ho già scritto che non sarebbe del tutto sbagliato dare la colpa del terrorismo islamico agli urbanisti francesi di qualche decina d'anni fa..

E' fondamentale a mio avviso considerare che un attacco terroristico ha due drivers: la parte “network” e quella individuale. La prima è legata alla specifica ideologia che spinge verso l'atto, che può agire come una semplice istigazione/indottrimento del “lupo solitario” o una più complessa rete che procura le armi, aiuta nella formazione, ecc.. E' nel suo contrasto che si fonda la “lotta al terrorismo” classica, l'intelligence, i controlli alla frontiera, le bombe sull'IS ecc… Chi nega l'importanza di queste azioni nega l'evidenza di una “ideologia” di morte e fanatismo che purtroppo ben esiste.

Ma è sul driver individuale che invece, specialmente in Francia, si è fatto ben poco. Il teppistello viene indottrinato al terrorismo perchè così sfoga le sue repressioni, finalmente ha uno scopo di vita, ha coscienza che “lui vale”. “Uccido ergo sum” per fare il verso al motto di cartesiana memoria.

Non è un caso che questi attacchi alla Francia avvengano in una condizione economica sfavorevole e vengono perpetrati da “giovani maschi” che non hanno ancora trovato una loro stabilità economica, sociale, emotiva, famigliare…

Ma non sarebbe allora utile intervenire anche su questo fronte? Investire più risorse sui corsi di francese per gli immigrati ? In centri di supporto all'integrazione che facilitino anche a queste fasce di popolazione l'utilizzo dei servizi forniti dall'amministrazione burocratica francese, che esistono ma che sono tutt'altro che semplici ? Tra l'altro con il doppio dividendo di favorire anche la crescita ecomica.

Certo non si riuscirà mai ad evitare la formazione di alcun pazzoide represso, ma è dalla sinergia di queste due azioni, e non dall'intervento isolato su una di essa, che la Francia, e gli altri paesi occidentali, possono sperare in una normalizzazione dei rapporti tra occidente e mondo arabo.

2016/07/15 11:36 · antonello · 0 Comments

Brexit: an historic decision dictated by contingent reasons

So much it has been said, and so much will be said about this night that will have repercussions for an entire generation of British but also European citizens and, more indirectly, for the rest of the world.

Only a few months ago polls showed an advantage of Remain in double figures. What happened? They were completely bogus polls? British people have had in the meantime the opportunity to inform themselves and to better understand the issues at stake and then decide with greater awareness?

This is the view of those who argue the priority of direct democracy, that see the referendum as the highest expression of the will of the sovereign people.

I have, however, a different view. The referendum has been won by the Brexit side for a purely conjunctural reason and, at the end, fortuitous: who had the led of the Brexit campaign, the people who were there at that time, has been more talented of those who were found to drive the campaign of Remain.

They were better at grasping the feelings of the electorate. They won for the heart, partly helped by the not exactly idyllic feeling that the population (not just the British one) has in this historic period for the political representatives.

By contrast, those responsible for the campaign Remain, on the one hand have failed to communicate the true values ​​associated to EU membership, and on the other, focusing on paternalism (“Beware, if you vote for Brexit it will happens the end of the world!”), they make themselves even more unpleasant.

It is not just the ineptitude and the low level of confidence of Cameron to be blamed, if the Remain lost. Even the “external campaign” has certainly not helped. Mr. Junker, the President of the European Commission (another not really “loved” politician) and other European leaders have insisted on the message “If you choose Brexit, we will punish you!” …not really a message of peace and love for the British people.

In short, supporters of Remain, instead of focusing on the common values ​​of the European project, the friendship between the people of UK and the other European nations, have bogged down in warnings about the financial and commercial risks of Brexit, giving even more the impression of a gray and bureaucratic Europe.

Yet another indicator of how this vote can be seen as a protest vote, made by heart more than by reason, has been the prior assessments of the voting made by the brokers. All (or most) were convinced that the Remain still would have won. In these conditions, I can express my protest vote more serenely, without worrying too much about its consequences (this is also the reason why in the voting for the European Parliament, considered quite useless, they often prevail protest movements in comparison to national elections).

Then, British citizens have really voted because they consider an England without Europe more efficient and more secure? In my opinion no (after all, rationally, they were already out of the Euro currency and outside Shengen). They voted because the campaign of Remain has paradoxically managed to make them feel Europe even more distant, and perhaps more than the financial and commercial problems (which will be resolved) this is the most worrying legacy this election will leaves.

2016/06/24 09:38 · antonello · 2 Comments

Brexit: una decisione storica dettata da ragioni contingenti

Tanto si è detto e tanto si dirà su questa notte che avrà ripercussioni per tutta una generazione sugli inglesi ma anche sugli europei e, in maniera più indiretta, per il resto del mondo.

Solo qualche mese fa i sondaggi davano il vantaggio del Remain a doppia cifra. Cosa è successo ? Erano completamente sballati i sondaggi di allora? I cittadini britannici hanno avuto nel frattempo modo di informarsi e di comprendere meglio le questioni in gioco e quindi di decidere con maggiore consapevolezza ?

Questa è la visione di chi sostiene la priorità della democrazia diretta, della forma referendaria come massima espressione della volontà del popolo sovrano.

Io sono però di altro avviso. Il referendum è stato vinto dal lato Brexit per una ragione prettamente congiunturale e, alla fine, fortuita: chi ha guidato la campagna del Brexit, le persone che erano lì in quel momento, sono state più brave di chi si è trovato a guidare la campagna del Remain.

Sono stati più bravi a cogliere i sentimenti degli elettori. Hanno vinto per cuore, in parte aiutati anche dal non proprio idilliaco sentimento che la popolazione (non solo inglese) nutre in questo periodo storico per i rappresentati politici.

Per contro i responsabili della campagna Remain da un lato non sono riusciti a comunicare i veri valori associati all'appartenenza all'UE, e dall'altro, puntando sul paternalismo (“Attenti, se votate Brexit succede la fine del mondo!”) si sono resi ancora più antipatici.

Non è solo colpa dell'inettitudine e dello scarso livello di fiducia di Cameron, se il Remain ha perso. Anche la “campagna esterna” non ha certo giovato. Il presidente della Commissione Europea Junker (un altro non proprio “amato”) e gli altri leader europei hanno insistito sul messaggio “Se votate Brexit vi puniremo”.. non proprio un messaggio di pace e amore verso l'elettorato britannico.

Insomma, i sostenitori del Remain, invece di puntare sui valori comuni del progetto europeo, sull'amicizia tra il popolo inglese e gli altri popoli europei, si sono impelagati in avvertimenti sui rischi finanziari e commerciali della Brexit, dando ancora di più l'impressione di un Europa grigia e burocratica.

Aggiungo che un altro indicatore di come questo voto sia stato vissuto come voto di protesta, di cuore più che di ragione, siano state le valutazioni precedenti al voto da parte dei brokers. Tutti (o quasi) erano convinti che comunque il Remain avrebbe vinto. In tali condizioni posso esprimere il mio voto di protesta più serenamente, senza preoccuparmi troppo delle sue conseguenze (questo è anche il motivo per cui nelle votazioni per il parlamento europeo, percepito abbastanza inutile, prevalgono i movimenti di protesta relativamente alle elezioni politiche nazionali).

Allora, i cittadini inglesi hanno veramente votato perché considerano un'Inghilterra senza l'Europa più efficiente e più sicura ? A mio avviso no (d'altronde, razionalmente, erano già fuori dall'Euro e fuori da Shengen). Hanno votato perché la campagna del Remain è paradossalmente riuscita a fargli sentire l'Europa ancora più lontana, e forse più che i problemi finanziario-commerciali (che si risolveranno) questa è l'eredità più preoccupante che lascia quest'elezione.

2016/06/24 08:58 · antonello · 0 Comments

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