Alitalia
La questione Alitalia, almeno uno, di vantaggi ne ha apportati: ha reso emblematico la situazione del mercato del lavoro in Italia ed il ruolo dei sindacati.
Se i lavoratori Alitalia ricevesso un trattamento corrispondente alle proprie competenze, in un mercato, non dico perfetto, ma almeno sufficientemente efficiente, non avrebbero problemi a ricollocarsi altrove ed a lasciare Alitalia al suo destino.
I problemi di questi giorni (mesi? anni?..) invece ci dicono che la loro è una RENDITA. Nessuno dice ingiusta, nessuno dice rubata. Probabilmente “costata” molto invece, ma sempre rendita è.
Il problema della divisione dicotomica tra i due mondi opposti del precariato e del lavoro dipendente causa una serie di inefficienze e non ultimo di ingiustizie.
Una rendita è facile a farsi ma difficile a rimuovere.
Queste sono le mie proposte:
- Eliminazione dei contratti nazionali. Noi siamo tutti diversi, così lo devono essere anche i nostri contratti. I contratti nazionali servono solo a creare un ruolo ai Sindacati. Inoltre generano l'ingiustizia e l'inefficienza di retribuire uniformemente lavoratori siti in luoghi dal costo della vita molto diverso. Le politiche redistributive devono essere dirette, non affidate alla pelle di un numero limitato di lavoratori. Così è fisiologico che si crei una “pressione” perchè il professore di Milano - poveretto - voglia ritornare a Catania dove potrà fare il nababbo. Ed è altrettanto chiaro che il professore di Catania dovrà “ripagare” in modi non sempre leciti il vantaggio competitivo che lo retribuisce oltre il compenso “giusto”;
- Eliminazione della differenza pubblico/privato. Il lavoro è lavoro, indipendentemente da chi ne è il datore. E le regole devono essere le stesse. Se un'amministrazione assume degli idioti (tanto capita anche adesso..), il dirigente ne sarà direttamente responsabile;
- Riduzione del livello di protezione dei lavoratori dipendenti. In un mercato efficiente (senza rendite) la perdita di un posto di lavoro non è un dramma in quanto il lavoratore veniva pagato esattamente per le sue competenze e potrà trovare un nuovo lavoro che lo paghi valorizzando ulteriormente le sue esperienze. Anzi sarà il lavoratore stesso spesso a decidere di cambiare lavoro per valorizzare le esperienze che via via accumula. La mobilità deve essere in gran parte volontaria, ma solo senza rendite questa può avvenire;
- Eliminazione del valore legale del titolo di studio. Se a valere è il pezzo di carta, non è possibile fare delle serie politiche di merito dell'università. Si andrà spesso a finire nell'università più vicina. Coloro che preferiscono questo “appiattimento” dimenticano che esso è sempre verso il basso;
- Eliminazione degli ordini professionali. Nati come associazioni per favorire lo sviluppo di certe discipline si sono trasformati nell'ennesima rendita. Meglio abolirli;
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