Allora.. in questo sabato sera di noia nella fredda Nancy vediamo di scrivere, per gioco ma non troppo (non si sa mai) il mio personalissimo “programma politico”… votatemi !!
La politica economica del mio Partito (hmmm.. “movimento” suona meglio) è fondata sul miglioramento dell'efficienza con la rimozione di quelle situazioni che, creando un piccolo beneficio ora a questo ora a quello, riducono il benessere complessivo della società nel suo complesso.
1) Azzeramento dei costi di compravendita immobiliare e dell'obbligo di passare per un notaio per la stesura del contratto.
Immagino che molti continueranno ad utilizzare il notaio per comprare la casa, ma perchè non dare la possibilità a chi lo volesse di comprarsi un buon libro aggiornato sull'argomento e bypassare anche le spese notarili? Una visura catastale ormai si fa online e costa pochi euri.
Le limitate entrate che vengono perse in questo modo potrebbero essere recuperate da un limitato incremento delle tasse sulla proprietà, che secondo il mio modesto parere dovrebbe servire a coprire il più possibile le spese locali, che poi è il concetto ultimo del federalismo.
2) Abbattimento dei tempi della giustizia.
E' uno dei problemi principali. Ammetto che purtroppo non sono del settore e quindi non ho una ricetta pronta da inserire nel mio programma, ma certamente riconosco che sia assolutamente fondamentale.
Collegato a questo aspetto in Italia c'è un problema più sottile ma non meno inportante: vista la litigiosità di noi italiani, molti amministratori pubblici per “pararsi il culo” impongono regole irrealistiche il cui rispetto è matematicamente impossibile ma li rende immuni da ogni possibile rischio giudiziario.
E' il caso di molti limiti di velocità nelle strade dove se veramente li rispettassi saresti un pericolo per la circolazione. Un sistema giudiziario più efficiente aiuterebbe anche in casi come questi dove l'amministratore pubblico che operi con ragionevole cognizione non debba sempre temere diecimila denuncie che poi dopo 20 anni si risolvono con un nulla di fatto.
Ah, il caso di aver messo sotto inchiesta i dirigenti della protezione civile per “non aver allertato in tempo del terremoto” dell'Aquila è uno di questi casi. Bravi pirla, lo sanno tutti che i terremoti non si possono prevedere, e sicuramente l'inchiesta finirà in un buco nell'acqua, ma adesso per stare sicuro grideranno tutti “al terremomoto”.
Per inciso, se i limiti di velocità sono corretti (ed il modo migliore per me è che siano “certificati” da una società o ente terzo a seconda di parameteri oggettivi delle condizioni stradali in loco) e te “sfori”, non ci sono santi che tengano e cavilli all'Italiana: la multa te la becchi (che cazzo serve che la telecamera deve essere obbligatoriamente indicata???)
3) Rimozione del dualismo oggi esistente nel mondo del lavoro.
Generazionale: non ha alcun senso che una generazione lavori con certi standard e protezioni ed un'altra no.
Pubblico/privato: non ci deve essere alcuna differenza tra i due tipi di lavoro, nè contrattuale nè remunerativa
4) Fissazione di una paga minima e di condizioni essenziali uniche, ed abolizione dei contratti nazionale del lavoro
No, non guardatemi con occhi così. E' il sistema usato in Inghilterra ed in molti altri paesi e funziona benissimo. I sindacati vi farciranno la testa di stronzate, ma serve solo alle loro poltrone, in quanto senza un contratto nazionale da “negoziare” perdono una buona parte del loro ruolo (leggi “potere”). E qui non parliamo solo della cgil, anche la Confindustria ragiona secondo le stesse logiche di un mondo che non c'è più. Tra l'altro è anche poco etico che lo stato faccia implicitamente politiche redistributive sulla pelle di qualche sfigato/fortunao dipendente pubblico: non è giusto che un insegnante a Milano guadagli quanto uno a Canicattì. Tra l'altro l'insegnante di Milano vorrà inevitabilmente essere trasferito a Canicattì con le conseguenze ben note. E, aggiungo, quando un lavoro viene remunerato in maniera superiore al suo effettivo valore di mercato (quale è il caso dell'impiegato pubblico in posti a basso costo della vita), si crea un rendita. Ora, non siamo abituati a considerare che per ottenere una rendita siamo disposti a “pagare” qualcosa? Ecco mafia, corruzione e clientelismo serviti ben bene!
5) Collegato alle ultime due proposizioni, maggiore flessibilità - ma anche maggiori ammortizzatori sociali e meno tasse - sul lavoro
L'idea è quella della precedente preposizione: quando la remunerazione di un lavoro non corrisposnde al valore del lavoratore si crea da una parte una rendita e, se negativa, un'ingiusto sfruttamento.
Le politiche del lavoro dovrebbero tendere verso un'incentivazione di meccanismi meritocratici nel lavoro, non l'opposto come avviene ora!
Non sono tollerabili incrementi salariali “automatici” perchè si “presume” che il lavoratore abbia acquisito nel frattempo competenze. Il lavoratore ha acquisito nuove competenze? Benissimo, potrà aspirare ad una posizione più interessante. Ecco anche perchè i contratti nazionali, con il loro ingessamento in poche precostituite categorie, sono inefficienti. Io, azienda privata, ma anche - per fare un esempio - pubblico comune, potrei essere interessato a richiamare lavoratori più esperti ed offrire quindi incentivi/remunerazioni diverse da quelle del mio vicino. Insomma, un vero “mercato del lavoro”, dove ognuno possa mettersi in gioco con le proprie competenze. Questo sarebbe anche , by the way, uno stimolo ad un vero processo di longlife learning che non sia solo burocratico (alla “l'ordine mi impone di fare i corsi che palle”).
6) Politiche di aiuto a chi “rimane indietro”
Non siamo tutti così fortunati da aver beneficiato di un'ottima educazione o di averla saputa mettere a frutto. Non voglio uno Stato squalo che lasci indietro gli utlimi, gli emarginati. Una fetta delle risorse fiscali deve essere destinato a programmi di aiuto a chi non ce l'ha fatta a dotarsi degli strumenti necessari ad ottenere una gratificazione lavorativa. Ma ricordiamoci che lo Stato deve garantire le condizioni (formative, di mercato, istituzionali..) perchè il cittadino possa trovare un lavoro conforme alle sue attitudini ed aspirazioni, ma non può e non deve garantire a quest'ultimo il lavoro! Su questo punto nessuna parte politica ha mai fatto sufficiente chiarezza, e l'articolo 1 della nostra costituzione viene violentato nei cortei che gridano “Lavoro, lavoro!”
7) Giovani, giovani, giovani !
Non ha senso prendere il TFR per permettere al genitore di finanziare il figlio. Lo si dia direttamente al figlio! In generale, occorre assicurare ai pensionati una degna condizione di vita, al lavoratore la garanzia che a fine carrierà avrà le risorse di cui necessita ed al giovane di poter esprimere la sua creatività e di poter “metter su famiglia” in tempi ragionevoli.
L'allungamento della vita ha connotazioni non soltanto economiche per gli anziani. Al netto di dover badare ai figli, cosa che non dovrebbe più essere necessaria con le riforme proposte dal mio prograqmma, l'anziano che sta bene non è quello che ha più soldi, è quello che ha una migliore rete sociale. Questo è vero per tutte le fascie d'età, ma è ancora più vero nell'età senile. Le amministrazioni pubbliche debbono favorire e finanziare quelle azioni che aumentino la capacità degli anziani di rimanere parte attiva della società.
Per i lavoratori, la contribuzione pensionistica deve essere obbligatoria per tutte le categorie e parametrizzata a livelli tali che garantiscano una buona rendita pensionistica a fine carriera. E se questo aumenterà per alcune categorie di lavoro (ex cococo) i costi del lavoro poco male, perchè tutte le altre azioni sono invece rivolte ad una loro diminuzione.
Ma è per i giovani che veramente lo Stato deve fare uno sforzo eccezzionale rispetto allo status quo. Intanto per aiutarli, tramite per esempio sgravi fiscali o una normativa a favore della famiglia. In Francia le donne hanno una media di 2.24 figli, in Italia 1.14. Siamo uno degl ultimi paesi al mondo per natalità, e senza figli non c'è “capitale umano” che tenga.
8) Tassa sull'eredità.
Non deve essere un tabù e c'è in quasi tutti i paesi, anche i più liberali come l'Inghilterra.
Il concetto è che noi nella vita riusciamo a fare quello facciamo in virtù del nostro patrimonio genetico, dell'ambiente familiare sicuro, ma anche della società nella quale ci troviamo ad operare. Non è un tabù che, a fine vita, una parte delle nostre risorse vada giustamente alla nostra famiglia (o a chi abbiamo deciso) ma una piccola parte ritorni alla società.
Per evitare inutili complicaggini senza senso, la tassa sull'eredità avrebbe comunque una generosa franchigia, in particolare per la prima casa.
9) Semplificazioni
Erogazione a tutti i cittadini di una casella di posta elettronica certificata in grado di funzionare anche tra privati e firma digitale. Obbligo delle pubbliche amministrazioni ad accettare questo canale di comunicazione. Obbligo delle amministrazioni ad accettare qualsiasi documento in lingua inglese, con la possibilità di rilasciare ricevuta analoga al documento in lingua italiana entro 3 giorni lavorativi (se proprio non dovessero avere nessuno al momento in ufficio in grado di comprendere il documento..). Creazione di un “profilo cittadino”, accessiblile con chiavetta generante one time password, dove sia possibile visualizzare e modificare direttamente online le nostre informazioni.
Tale profilo sarebbe modulabile per le varie amministrazioni competenti.
Le dichiarazioni dei redditi online dovrebbero essere favorite, migliorando (di molto) l'interfaccia utente.
10) Omosessualità
Non è la parte più importante del mio programma.. semplicemente perchè è così banale che ognuno possa avere l'orientamento sessuale che preferisce! Poi se ci sono delle resistenze a chiamarlo “matrimonio”, lo chiameremo con un altro nome, non ne farei un dramma.
Riguardo l'adozione ritengo che, A PARITA' DI CONDIZIONI, una coppia eterosessuale sia preferibile per un bambino. Non vieterei però l'adozione tout-court alle coppie omosessuali, semplicemente farei rientrare questa condizione nel paniere delle condizioni da valutare di volta in volta.. ci sono sicuramente casi di coppie omosessuali che garantirebbero al bambino un ambiente più sano di quello di tante coppie eterosessuali! Detto questo, per essere onesti verso la comunità omosessuale, va anche detto che la particolare condizione italiana di un'abbondanza di coppie che arrivando tardi all'età di metter su famiglia non la possono più avere e ricorrono all'adozione, rende particolarmente difficile un'adozione da parte di una coppia omosessuale avendo questo come fattore “negativo”. La buona novella è che le riforme previste in questo programma dovrebbero anticipare l'età che le coppie possono permettersi di metter su famiglia!
11) Immigrati
La “regola” per la delicata questione degli immigrati (che non possono votare) è che al contrasto immigrato=“lavoro a basso costo” o immigrato=“concorrente che mi toglie il lavoro” debba associarsi un'analisi più attenta dell'immigrato come soggetto umano. Solo quando lo si guarda come essere umano gli si può domandare non semplicemente di “fare” ma di rispettare i valori fondamentali della nostra società. Non lo dobbiamo fare dall'alto verso il basso, ma dialogando, capendone la loro cultura. Ma anche facendo loro capire la nostra. Il “buonismo” ipocrita e bucolico è da condannare quanto l'arroganza di chi pretende che l'immigrato debba seguire le nostre tradizioni e la nostra cultura. L'immigrato ha la sua cultura, ma è lui che deve adattarla per rispettare i nostri valori fondamentali ( su tutti, il rispetto dell'indipendenza della donna e la libertà di pensiero). Su questo è compito dello Stato aiutarlo, e la scuola, ma anche attività formative ad esso indirizzate, ha un ruolo principe.
L'immigrato che chiede la cittadinanza italiana deve dimostrare di essersi inserito e di conoscere la lingua italiana, condizione indispensabile per una piena integrazione. E' compito dello stato fornire i mezzi all'immigrato per apprendere la lingua.