Scusate, ma voi lo trovate etico che ci siano delle rendite di posizione tali da richiamare decine di migliaia di aspiranti lavoratori (e riempire stadi.. ) per una manciata di posti da “vincere” ? E che un professore a Milano guadagni quanto un professore a Caltanissetta ? Per me non solo è profondamente ingiusto, ma è anche tremendamente costoso. E tagliare qualche ufficio o anche eliminare le Provincie porterebbe veramente a poco in quanto tutto quello che si farebbe, nell'attuale contesto, sarebbe trasferire i dipendenti da qualche altra parte.
Ritengo quindi che per stimolare la crescita e salvare le finanze “pubbliche” occorra eliminare le rendite di posizione, delle quali quelle sul lavoro sono le più forti: eliminare quindi la gran parte delle “licenze”, degli obblighi di iscrizione agli ordini professionali, del valore legale dei titoli di studio, ma anche eliminare la contrattazione nazionale e qualsiasi differenziazione tra contratti pubblici e privati. Alla fine significa ridurre il dualismo inaccettabile nel mercato del lavoro che è il vero cancro alla crescita del nostro Paese.
L'informatica ha (o avrebbe dovuto) aumentato la produttività nel settore dei servizi. Diciamo pure che 1/4 del pubblico impiego è oggi ridondante, e difficilmente il livello dei servizi pubblici soffrirebbe di un calo anche cospicuo del pubblico impiego. Potrebbe quindi essere offerta una liquidazione (extra) di 5.000€ per chi decidesse di lasciare il pubblico impiego entro 3 mesi, e poi nel periodo tra i prossimi 3 e 6 mesi individuare lo scaglione di 1/3 del pubblico impiego che verrebbe liquidato entro 12 mesi con una liquidazione extra di 1.500€. In tal modo ci garantirebbe comunque un giusto turn-over ai giovani. A chi rimane si applicherebbe un taglio lineare del 20% dello stipendio, come primo step per riavvicinare le condizioni dei lavoratori del pubblico impiego a quelli privati.