Perchè il concetto di "soil sinks" è sbagliato

(bozza) Sto facendo da corelatore in una tesi che si occupa di effetto serra, agricoltura e ruolo dei terreni come stoccaggio/mitigazione degli effetti climatici.

Ho appreso che si parta tanto di ruolo dell'agricoltura nell'effetto serra, si calcolano anche i rilasci delle deiezioni animali e il contenuto di sostanza organiza nei suoli.

A mio avviso è del tutto fuorviante dal problema principale, che è l'utilizzo degli idrocarbuti, pur ammettendo che un ruolo non secondario ce l'anno gli apporti di nutrienti esterni (concimazioni).

Ma andiamo con ordine.

+ o meno abbiamo 4 grandi serbatoi di gas ad effetto serra nel nostro pianeta: l'atmosfera, il suolo/soprasuolo, gli oceani ed il sottosuolo. Tralasciando gli oceani che vivono in osmosi con l'atmosfera e sul cui contenuto di sostanza organica l'uomo influenza poco, gli scambi di gas serra sono i seguenti

 ATMOSFERA --> ++++++++++++++++++++ --> SUOLO  --> + --> SOTTOSUOLO
           <-- +++++++++++++++++++  <--

cioè, c'è uno scambio molto intenso e continuo tra suolo e atmosfera con un leggero differenziale verso il suolo che viene “passato” al sottosuolo. E' questo leggero differenziale che nei milioni di anni ha creato i giacimenti petroliferi, le sabbie bituminose, le falde di carbone, ecc..

Ora, l'uomo agisce su questo ciclo in due modi:
1) pompando gas serra direttamente dal sottosuolo all'atmosfera, ad un ritmo molto maggiore di quello di accumulo nel suolo (es. ++++++). 2) agendo in maniera limitata nel rapporto tra ATMOSFERA e SUOLO. Occorre ora precisare che il suolo non può essere preso come entità omogenea. Insieme al soprasuolo è un continuo di “stabilità” chimico, fisico, biologica che va dal minimo di stabilità di un soprasuolo leggero al massimo di un suolo profondo al “limite” del sottosuolo.
Il fatto che gli scambi tra suolo ed atmosfera sono molto intensi (ritengo maggiori di quelli antropico-generati tra sottosuolo ed atmosfera) ritengo che qualsiasi azione volta a spostare carbonio tra uno di questi due serbatoi all'altro sia di breve durata, per un fattore diciamo “osmotico”.
Perdonatemi l'espressione, ma sarebbe come depositare le scorie radiattive di una centrale nucleare sotto una duna di sabbia.
Pur capendo l'esigenza di una soluzione d'emergenza per tamponare il carbonio in atmosfera un eventuale accumulo di questo nel suolo richiederebbe un costante apporto di energia al sistema per farlo rimanere out-of-equilibrium.
Infine, per non essere proprio critici su tutto, occorre comunque considerare che, proprio per la particolare situazione d'emergenza, occorre essere sicuri che l'agricoltura non “remi contro” immettendo di suo gas serra in atmosfera, tramite erosioni del suolo o direttamente nella produzione di fertilizzanti.
Ma il vero problema, “a lungo termine”, sono le estrazioni di materiale convertibile in gas serra dal sottosuolo.