Oggi è il giorno dopo del Grillo V-Day. Chi grida al populismo, chi aderisce. Comunque che sia, un paese dove la politica la porta avanti un comico è un paese ridicolo.
E’ facile dire che l’Italia è in sofferenza.. lo dicono le statistiche economiche (basta andare su Eurostat e comparare il trend del PIL italiano con quello dei nostri coinquilini europei), lo dicono soprattutto le statistiche demografiche (in Italia non si fa figli).
Ora ce lo dice anche la piazza.
Molto più difficile trovare le ragioni di questa insofferenza. Capire cosa non va. Capire come agire per aumentare la soddisfazione e la fiducia dei cittadini (scopi ultimi della politica).
Non pretendendo di avere la bacchetta magica, però un’interpretazione ce l’ho: siamo nel bel mezzo di una metamorfosi che è contemporaneamente generazionale e sociale.
Il problema è che la metamorfosi si è fermata, è incompiuta. L’Italia non è nè bruco nè farfalla.
Certo, il problema dell’Italia non sono i tassisti. E sarebbe un fin troppo facile esempio confrontare le nostre tariffe con quelle di altri paesi.
Il problema non sono sicuramente i farmacisti. Però perchè il farmaco generico al supermercato costa 12 volte più che in Inghilterra (guardate che ho i dati..) ?
Il problema non è neanche il sistema finanziario. Ma ce lo vedreste voi il ventenne di turno andare in una banca italiana a chiedere 50-100mila euro di finanziamento per creare il suo Yahoo od il suo Google??
Di per se, il problema non è neanche nel sistema universitario che non punta all’eccellenza. Ma d’altronde come potrebbero le Università nostrane fare delle serie politiche di qualità quando poi il criterio principale di scelta è “quanti km dista da casa”?
Il problema non sono certamente neanche i prezzi troppo elevati di casa e affiti. Se poi si proponesse di aumentare l’offerta “liberalizzando” le licenze edilizie e vincolandole unicamente a poche veramente razionali motivazioni, non si avrebbero contro solo gli ambientalisti ma probabilmente anche la “lobby” dei proprietari immobiliari.
Infine, il problema non sarà sicuramente neanche nelle cosidette “interferenze” della Chiesa. In fondo la Chiesa parla solo di valori, in questo periodo in particolare di valore della Famiglia, che influenza avranno poi su cose concrete come il PIL ?
La pressione al cambiamento, come sempre, deriva dalla comparazione. Il trentenne che con pochi euro se ne vola in Germania e trova il suo coetaneo sposato, con prole e casa, una posizione lavorativa di rilievo e soprattutto un’autonomia che lui non ha, torna a casa e cerca di imitarlo. Chiede di più. E va in piazza.
Lo stesso il consumatore che all’estero trova prezzi dei settori privati più bassi e servizi migliori. Ma le resistenze al cambiamento sono forti. Forze sociali che permangono da millenni sono dure da cambiare. Sembra proprio che l’Italia abbia una struttura sociale dove si debba prima lottare come dannati per ottenere un certo “status” (se non si è più fortunati e lo “status” lo si è ereditato) ed una volta ottenuto si tirano fuori le unghie per difenderlo.
Questo vale anche nei rapporti famigliari. In Italia si fa gavetta a lungo anche per ricoprire il ruolo di capofamiglia.
Il mio suggerimento è che se l’Italia proprio non riesce a completare la mutazione e diventare farfalla, almeno torni bruco. In questo caso effettivamente si stava meglio quando si stava peggio.